Gli Stati Uniti nacquero come un'estensione dell'Europa e sotto alcuni importanti aspetti sono rimasti ancora così. Religione, legislazione, educazione, letteratura, filosofia, arte e scienza - e naturalmente il linguaggio - dell'America tradiscono la loro origine europea. Dopo aver conseguito l'indipendenza politica, gli americani sono rimasti ancora a lungo in uno stato di dipendenza culturale (e in minor misura economica) dall'Europa, leggendo libri europei, imitando mode europee, attingendo al know-how tecnologico europeo e reclutando manodopera europea per coltivare i loro campi e sviluppare le loro miniere e le loro fabbriche. Eppure, fin dai primi insediamenti coloniali, essi non furono mai un'esatta replica dell'Europa; fin dall'inizio, la società e la cultura americane si allontanarono dai modelli europei. L'ambiente americano pretendeva e incoraggiava nuovi modi di pensare e di comportarsi e costringeva i coloni europei a modificare le istituzioni che si portavano dietro. La stessa enorme estensione dell'America, la sua lontananza dall'Europa, le sue caratteristiche climatiche e topografiche, le sue apparentemente infinite possibilità, le straordinarie energie richieste per sottomettere quel mondo selvaggio, tutti questi fattori contribuirono a formare una società mobile, fluida, e a dar vita a un carattere che fu subito irrequieto, ottimistico, intraprendente, spavaldo e intollerante di qualsiasi limitazione esterna. Un'ulteriore fonte di divergenza fu il fatto che gli americani non attingevano a un'unica tradizione europea, ma tutta una serie, per quanto prevalente, nel 1760 c'erano ormai abbastanza non inglesi fra la popolazione americana per darle un carattere tutto particolare. Nel XIX secolo, poi, l'America attirò molti immigrati da ogni angolo d'Europa e da altre parte del mondo: ne sarebbe risultata un'unica miscela di popoli e di culture. Gli americani, dunque, rimasero sempre in debito di fronte all'Europa, ma realizzarono una società distinta, con caratteri e forme del tutto originali".
Maldwin A. Jones, Storia degli Stati Uniti d'America, 2001, p. 7.
Comments