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Writer's pictureAntonio Longo

L'impero spagnolo

Attualmente lo spagnolo è la terza lingua più parlata nel mondo, dopo il cinese e l'inglese. In oltre 20 nazioni lo spagnolo è l'idioma ufficiale, lasciato in eredità dall'impero coloniale spagnolo. E non dovremmo parlare solo in termini di lingua parlata ma anche in termini di cultura e tradizione ispanica. Il perché di questa enorme diffusione deve ricondursi al cosiddetto "Siglo de oro" (XVI e XVII), quando la Spagna affermò la sua egemonia quasi su due continenti.

L'Impero spagnolo fu uno dei primi imperi coloniali europei e per un lungo periodo la Spagna dominò gli oceani con la sua esperta marina, all'avanguardia nell'esplorazione e nell'apertura di nuove rotte commerciali sugli Oceani. L'impero comprendeva Messico ed America Centrale (chiamati la  Nuova Spagna) e la Nuova Castiglia, che andava dal Perù all'Argentina. Era escluso il Brasile, dominio del Portogallo. L'estensione dei suoi possessi era tale che passò alla storia come "El imperio en el que nunca se pone el sol"  ovvero "l'Impero nel quale non tramonta mai il sole". La prosperità delle finanze fu enorme. Per dare un'idea l'oro e l'argento che arricchirono la Spagna nel solo XVI secolo possono considerarsi equivalenti ai moderni 1.5 trilioni di dollari.

A livello amministrativo, l'impero era gestito dal Consiglio delle Indie, che aveva sede aMadrid, ed agiva nelle colonie attraverso i consigli locali (audiencias). I coloni erano di fatto dei feudatari, padroni degli indigeni che si trovavano sul territorio loro assegnato. Nelle colonie furono introdotte attività produttive, agricole e minerarie, usando come schiavi gli indigeni ed i negri catturati in Africa e portati in America.

Il commercio fu organizzato su basi monopolistiche, controllando rigidamente i traffici da e per l'America.



Inizialmente la Spagna trasse benefici da questa situazione: le città crebbero velocemente, i commerci e le industrie fiorirono. Tale ricchezza però non durò a lungo per diversi motivi:

1) l'afflusso di metalli preziosi provocò inflazione;

2) la nobiltà spagnola investiva in immobili o in obbligazioni statali (juros) piuttosto che produrre;

3) l a Spagna si trovò impreparata alla crescente domanda di beni e materiali lavorati proveniente dalle colonie e divenne dipendente dall'estero per le loro forniture;

4) la bancarotta di stato portò a numerosi contrasti tra la popolazione e le autorità, contrasti che esplosero drammaticamente nella "Guerra de las Comunidades de Castilla" o "Rivolta dei Comuneros" nel 1520 - 1522;

5) gli interessi degli Asburgo condussero a lunghe e dispendiose guerre in tutta Europa, con conseguenti indebitamenti enormi.

La Spagna si era dimostrata incapace di impiegare adeguatamente le ricchezze a cui aveva avuto accesso per sviluppare l'economia nazionale. 

La Spagna mantenne ed espanse il suo vasto impero d'oltremare fino al XIX secolo, quando lo shock della Guerra Peninsulare innescò dichiarazioni di indipendenza in Venezuela e Paraguay (1811) e rivoluzioni successive che divisero i suoi territori nell'America continentale. Mantenne frammenti significativi del suo impero nei Caraibi (Cuba e Porto Rico); in Asia (Filippine) ed in Oceania (Guam, Micronesia, Palau, e Marianne Settentrionali) fino alla Guerra Ispano-Americana del 1898. Il Marocco Spagnolo venne mantenuto fino al 1956, mentre la Guinea Spagnola e il Sahara Spagnolo rispettivamente fino al 1968 e al 1975. Le Isole Canarie, Ceuta, Melilla e le altre plazas de soberanía sono tuttora parte della Spagna.

Il crollo delle civiltà Azteca ed Inca

La conquista delle Americhe da parte dei Conquistadores fu una delle più crudeli esperienze dell'imperialismo nell'arco di tutta la storia. Il contatto con le civiltà precolombiane, i Maya, gli Aztechi e gli Incas, fu devastante per i nativi. Esse avevano acquisito uno sviluppo tecnologico paragonabile all'antico Egitto, avevano creato potenti imperi in Messico ed in Perù ma la superiorità militare e la feroce astuzia degli europei permise ad esigui drappelli di soldati d'imporre l'autorità spagnola su tutta la fascia centro-meridionale delle Americhe.  In due secoli il crollo demografico in tutta l'area americana posseduta dagli Spagnoli fu tra i più drammatici della storia dell'umanità: si passò dai 50 milioni di individui alla fine del XV secolo ai 4 milioni della metà del XVII.

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