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Writer's pictureAntonio Longo

Brevissima relazione sulla distruzione delle indie

Brevissima relatione della distruttione dell'Indie. Furono discoperte le Indie l'anno mille quatrocento novantadue. L'anno seguente andarono ad habitarle Christiani Spagnuoli, di modo che sono quarantanove anni, che quantità di Spagnuoli vi andarono: e la prima Terra nella quale entrarono per habitarvi, fù la grande e felicissima isola Spagnuola, ch'à seicento leghe di circuito. 2 Vi sono altre Isole infinite, e molto grandi all'intorno da tutte le parti, ch'erano tutte, e noi l'habbiamo viste, le più habitate, e piene di popoli Indiani loro naturali, che possa esser terra popolata nel mondo. 3 La terra ferma, ch'è separata da quest'isola, per la parte più vicina poco più di duecento, e cinquanta leghe, hà di costa maritima più di diecimila leghe discoperte, & ogni giorno se ne scoprono più, tutte piene di genti, come un alveario d'api, in quello, che s'è discoperto fino all'anno del quarantauno; si che pare, che Idiio habbia posto in quei paesi tutta, ò la maggior parte di tutto il lignaggio humano. 4 Tutte queste infinite genti creò Iddio del tutto le più semplici, senza malitie, nè dupplicità, obedientissime, fedelissime à i loro Signori naturali, & alli Christiani, à i quali servono, le più humili, più patienti, più pacifiche, & quiete, senza contese, nè tumulti; non rissose, non querule, senza rumori, senza odio, senza desiderij di vendetta, di quante siano al mondo. 5 Sono parimente le genti più delicate, deboli, e tenere di complessione, et che meno di ciascun'altra possono sopportar le fatiche, e più facilmente si muoiono di qual si voglia infermità; sì che ne anco i figliuoli de' Prencipi, e de' Signori frà noi altri, allevati in regali, et in vita delicata, no sono più delicati di loro; ben che siano di quelli, che frà di loro sono di razza di contadini. Sono anco genti poverissime, e che poco possedono, ò vogliono possedere di beni temporali: & perciò non superbe, non ambitiose, non avare. 6 Il mangiar loro è tale; che non pare; che fosse più parco, nè manco dilettevole, & così povero quello de i Santi Padri nel deserto. Il vestir loro è l'andar communemente ignudi, coperte le vergogne; & al più si coprono con una coperta di bambagio, che sarà come una canna, & meza, ò due di tela in quadro. I loro letti sono in cima d'una stuora, & al più dormono in certe cose come reti pendenti, che nella lingua dell'isola Spagnuola chiamano Hamacas. 7 Sono parimente di puri, non impediti, & vivaci intelletti, molto capaci, e docili in ogni buona dottrina, attissimi à ricever la nostra santa fede cattolica, & ad essere dotati di costumi virtuosi, & che hanno manco impedimenti à quello di quante creò Iddio nel mondo. 8 E sono cosi importune, da che una volta cominciano ad havere notitia delle cose della fede, per saperle, e nel frequentar li sacramenti della Chiesa, & il culto divino, che io dico il vero, che li religiosi hanno bisogno per sopportarli d'esser dotati da Dio d'un dono di patienza molto segnalato: e finalmente hò inteso à dire da molti Spagnuoli secolari da molti anni in quà, & molte volte, non potendo negare la bontà, che in quelli vedono; certo queste genti erano le più beate del mondo, se solamente conoscessero Iddio. 9 Frà queste mansuete pecorelle, dotate delle sopradette qualità dal loro Fattor, & Creatore, entrarono gli Spagnuoli subito, che le conobbero, come lupi, tigri, & leoni di molti giorni affamati. Et non hanno fatto altro da quaranta anni in quà; nè altro fanno al giorno presente; che lacerarle, ammazzarle, affliggerle, tormentarle, e distruggerle, con le strane, e nuove, e diverse, e non mai più viste, nè intese, nè lette, maniere di crudeltà: delle quali alcune poche di sotto si diranno, che 12 essendovi nell'Isola Spagnuola più di tre milioni di anime, che noi vedessimo, hoggidì non vi sono, dei popoli naturali di esse, ducento persone. 10 L'Isola di Cuba, è quasi tanto lunga, come da Vagliadolid à Roma: hora è quasi del tutto deserta. L'Isola di San Giovanni, e quella di Iamaca, Isole molto grandi, e molto felici, e gratiose, ambedue sono desolate. L'isole de i Lucai, che sono vicine alla Spagnuola, & alla Cuba dalla parte di Settentrione, le quali sono più di sessanta, con quelle che chiamava delli Giganti, & altre Isole grandi, & picciole; la peggior delle quali è più fertile, e gratiosa, che il giardino del re di Siviglia, e la più sana Terra del mondo, nelle quali vi erano più di cinquecento mila anime, hoggidì non hanno pur una sola creatura. Tutte l'uccisero conducendole, & per condurle all'Isola Spagnuola, da poiche videro, che andavano mancando i popoli naturali di essa. 11 Andando un navilio tre anni à cercar per esse la gente, che vi era rimasa, dopo ch'erano state vendemiate, essendosi mosso per pietà un buon Christiano, per convertire, e guadagnare à Cristo quelli, che si ritrovassero, non si trovarono, se non undeci persone, le quali io vidi. 12 Più di trenta altre isole, che sono nel contorno dell'Isola di S. Giovanni, per la medesima causa sono distrutte, e spopolate. Tutte queste Isole saranno più di duo mila leghe di terra, che sono affatto spopolate, e diserte. 13 Della gran terra ferma siamo certi, che i nostri Spagnuoli, con le loro crudeltà, e nefande operationi, hanno spopolati, e desolati; & che al presente sono desertati, benche fossero già pieni di gente, più di dieci Regni, maggiori di tutta la Spagna, benche vi si conti Aragona, & Portogallo; più & più paese due volte che non è da Siviglia a Gierusalemme che sono più di duemila leghe. 14 Daremo per conto certo, e reale, che ne i detti quaranta anni, per le tirannie, & operationi infernali de li Christiani, sono morti ingiusta, e tirannicamente più di dodici milioni di persone, huomini ,e donne, e fanciulli: & io credo in verità, nè penso di ingannarmi, che siano più di quindeci millioni. 15 Due modi generali, & principali hanno tenuto quelli, che sono andati là, i quali si chiamano Christiani, nell'estirpare, e levar dalla faccia della terra quelle miserabili nationi. L'uno con ingiuste, crudeli, e tiranniche guerre. L'altro, dopo haver ammazzato tutti quelli, che potrebbero aspirare, ò sospirare, ò pensare alla libertà, ò ad uscir de i tormenti, che patiscono, come sono tutti li Signori naturali, e gli huomini fatti; perche communemente non lasciano vivi nelle guerre, se non li giovanetti e le dnne; opprimendo questi con la più dura, horribile & aspra servitù, nella quale possano mai esser posti huomini, ò bestie. A queste due maniere d'infernale tirannia si riducono, si risolvono, ò si subalternano, come à generi, tutte l'altre molte, e diverse, di esterminar quelle genti, che sono infinite. 16 La causa, per la quale li Christiani hanno ucciso, e distrutto tante, e tali, e cosi infinito numero, d'anime è stato solamente per haversi proposto per loro ultimo fine l'oro, & il colmarsi di ricchezze in brevissimi giorni; & sormontar à gradi molto alti, e sproporzionati alle persone loro; cioè; per l'insatiabile avaritia & ambitione c'hanno avuto: ch'è stata la maggiore, che potesse esser nel mondo, per esser quelle terre tanto felici, e tanto ricche, e le genti tanto humili, tanto patienti, & così facili da essere soggiogate: alle quali non hanno havuto più rispetto, nè fatto di loro più stima, nè più conto (io parlo con verità, per quello che so, & ho veduto tutto il tempo predetto) non dico che di bestie, perche piacesse à Dio, che come bestie l'haveressero stimate, e trattate, ma come, anzi meno, che lo sterco delle piazze. 17. A questo modo hanno havuto cura delle vite, e dell'anime loro: & perciò tutti li numeri, & li milioni sopradetti sono morti senza fede e senza sacramenti. Et è verità molto notoria, e comprobata, e confessata da tutti, sino da gli stessi tiranni, & homicidiarij, che mai gli Indiani di tutte l'Indie non fecero alcun male alli Christiani: anzi gli stimarono come venuti dal Cielo, finche prima molte volte essi, & i loro vicini non hebbero ricevuto dalli medesimi molti mali, ladrarie, morti, violenze, & vessationi.


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