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Writer's pictureAntonio Longo

Inca

Gli Inca, talvolta anche indicati come Incas, furono gli artefici di una delle maggiori civiltà precolombiane che si sviluppò nell'altopiano andino, tra il XIII e il XVI secolo, giungendo a costituirvi un vasto impero.

Il termine Inca è perlopiù usato come sostantivo, generalmente al plurale (gli Inca), ma viene utilizzato anche come aggettivo per qualificare manifestazioni varie di questo popolo (ad esempio si utilizzano espressioni quali architettura inca, religione inca, scrittura inca). Il complesso delle attività culturali e formative della collettività in esame viene comunemente indicato come civiltà inca, ma non è raro l'utilizzo del termine gli Inca per riferirsi, in senso lato, alla loro cultura.




Gli Inca: la stirpe.


Origini


Gli studiosi di storia precolombiana si sono sempre domandati se gli Inca fossero stati una stirpe o se fossero giunti nell'attuale Perù a seguito di una migrazione da paesi lontani. Particolari ricerche sono state indirizzate a risolvere il problema esaminando gli aspetti legati alla morfologia, all'archeologia e alla linguistica, mentre altre si sono orientate sullo studio dei miti delle origini tramandati dai cronisti spagnoli.




Esami morfologici


Già William H. Prescott, nella sua monumentale “Conquista del Perù” aveva fatto riferimento a delle differenze riscontrate tra i cranii di Inca e quelli di peruviani comuni. La sua osservazione derivava dalla lettura di “Crania americana”, un'opera del suo compatriota Samuel George Morton, uscita in Filadelfia nel 1839. Morton aveva effettuato delle accurate misurazioni dei crani delle mummie peruviane con tutt'altro scopo. Era un convinto assertore della teoria della poligenesi e tendeva a dimostrare che le etnie umane non derivavano dal medesimo ceppo, inoltre riteneva che la misura del cervello determinasse il livello d'intelligenza. Tuttavia dai suoi studi emergeva che i crani di Inca differivano da quelli dei loro sudditi comuni per un angolo facciale molto più sviluppato.

Le sue osservazioni hanno alimentato per lungo tempo la convinzione che gli Inca appartenessero ad una etnia estranea alle Ande, ma i moderni ricercatori hanno opposto alcune considerazioni assai penetranti. Secondo loro, le ricerche di Morton sono state effettuate su un numero troppo esiguo di reperti per poterle accettare come conclusioni generalizzate. Inoltre il professore americano non ha tenuto conto delle pratiche di deformazione del cranio, diffuse nel Perù dell'epoca, che differivano tra etnia ed etnia con risultati anche imponenti.

Ricerche sul DNA


Sul piano della ricerca morfologica il quesito è quindi lungi dall'essere risolto, ma in un altro campo della scienza moderna sono in atto delle ricerche assai promettenti. Alcuni studiosi peruviani intendono infatti procedere alla ricostruzione del DNA degli Inca per poter effettuare degli opportuni controlli. Per poter portare a termine una valida ricostruzione è però necessaria una mummia sicuramente “inca” e solo una di quelle appartenenti all'”élite” del tempo, notoriamente dedita all'endogamia, può dare un risultato sicuro.

Le mummie dei regnanti sono però andate distrutte, anche se dalle cronache dell'epoca sappiamo che cinque di loro, tre di sovrani e due di loro consorti, sono state seppellite in un fosso dell'ospedale di Sant'Andrea di Lima. Se il ritrovamento di questi resti consentirà la ricostruzione del codice genetico degli Inca, le ricerche potranno essere eseguite, ma esiste anche un'altra possibilità.

L'ultimo sovrano Inca, Tupac Amaru è stato decapitato nella Cuzco coloniale e il suo corpo, con la testa separata, è stato inumato in una cappella della cattedrale dell'antica capitale degli Inca. Il suo sepolcro è già stato aperto in passato, ma da allora nessuno ha potuto ottenere dalle autorità ecclesiastiche il permesso di esumare la salma. Recentemente, però la studiosa spagnola María del Carmen Martín Rubio, del Consiglio Superiore delle Investigazioni Scientifiche (CSIC) ha dichiarato di aver scoperto la tomba di un altro Inca, nel convento di San Domingo del Cuzco e di aver appreso da documenti conservati nel convento stesso che si tratta di Paullu Inca, zio, per parte di padre, di Tupac Amaru. La sua indiscussa autorità professionale dovrebbe consentirle di effettuare quelle ricerche che ha in progetto di fare sul DNA delle spoglie dei due personaggi, per confrontarle preliminarmente tra loro e successivamente con le mummie comuni peruviane, sciogliendo così il mistero dell'origine degli Inca.



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